martedì 25 settembre 2012

Second Hand - Death May Be Your Santa Claus



SECOND HAND
DEATH MAY BE YOUR SANTA CLAUS
Mushroom Records LP code: MR6
1971


I londinesi SECOND HAND, un nome che sottolinea il loro particolare stile di vita (gli strumenti erano tutti di seconda mano), furono artefici di tre album: un disco di psichedelica piuttosto pesante (REALITY) del 1968, un secondo lavoro uscito però a nome CHILLUM nel 1971 che contiene delle jam session e prove di studio, e questo capolavoro (DEATH MAY BE YOUR SANTA CLAUS) uscito qualche mese prima, nello stesso anno.
Quest’ultimo è anche uno dei capitoli maggiormente interessanti del progressive rock inglese, un vero pezzo da collezione. Principali responsabili del suono dei SECOND HAND erano gli inseparabili Ken Elliott, creativo tastierista con una spiccata propensione per gli esperimenti elettronici, e Kieran O’Connor, batterista e pluri-strumentista sfortunatamente scomparso in giovane età. Completavano la formazione il cantante Rob Elliott, fratello di Ken, e il bassista Gorge Hart che per l’occasione si destreggiava anche ai violini.
La musica contenuta in questo album è una delle più originali del periodo senza tuttavia allontanarsi troppo da alcuni dettami propri del genere progressive. Quasi tutti i brani contenuti nel disco sono legati tra loro a mo’ di suite; si passa quindi da una pomposa e sinfonica “FUNERAL”, con innesti pop, ad una simpatica rivisitazione rock/blues dell’atmosfera sonora natalizia (il brano omonimo). Ammaliante e cadenzata la sinfonia continua con una canzone elaborata (HANGIN’ON AN EYELID) che apre la strada alla lunga e ramificata LUCIFER AND THE EGG, un brano che ricorda vagamente il “Crazy World” di “Arthur Brown” ma con qualche arrangiamento classicheggiante in aggiunta.
La seconda parte dell’album, molto più complessa, viene schiusa da una ecclesiastica melodia all’organo elettrico (CYCLOPS) che come nella migliore tradizione del periodo si fonde perfettamente con basso, batteria ed effetti sonori. Altri tre brani dai contenuti molto sperimentali riempiono, assieme ad un ritorno del brano omonimo, il secondo lato del vinile originale.
Si potranno ascoltare voci alterate da distorsioni elettroniche e deflagrazioni improvvise in SIC TRANSIT GLORIA MUNDI, sibili sintetici su armonie estremamente lugubri in REVELATION CH.16VS.9-21, sequenze cibernetiche sovrastate da improvvisazioni ai sintetizzatori in TAKE TO THE SKIES, e per finire un arrangiamento diverso della già citata DEATH MAY BE YOUR SANTA CLAUS.
Nel complesso, un vero miscuglio multiforme ma di portentoso ed originale gusto creativo. Elliott ed O’Connor furono insieme anche nel 1974/1975 nel progetto denominato “Seventh Wave”, un duo con due album all’attivo (uno solo di rock progressivo): “Things To Come” che riprende molti aspetti musicali di “Death May Be Your Santa Claus” ma li rielabora in maniera più sinfonica con ampi spazi concessi alle tastiere del primo e agli strumenti acustici del secondo. In seguito O’Connor muore ed Elliott inizierà una lunga carriera come compositore e musicista per la televisione.





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