sabato 22 settembre 2012

Catapilla - Changes



CATAPILLA
CHANGES
Vertigo/Philips 6360 074
1972

I CATAPILLA provengono dalla scena sotterranea londinese d’inizio anni ’70, sono diversi musicisti e una cantante che hanno all’attivo due album di jazz-rock acido che li contraddistinguono per la particolarità dei brani contenuti; lunghi, improvvisati, sperimentali, lenti come un bruco “caterpillar” che divora incessantemente frutta e verdura. La devastante forza strumentale traspare già dal debutto omonimo su microsolco, l’album omonimo prodotto dal manager dei Black SabbathPatrick Meehan” nel 1971, e si consolida nel secondo progetto che rappresenta il loro capolavoro per eccellenza.  
Una nuova line-up a sei elementi, che si annidano attorno al chitarrista Graham Wilson e al sassofonista Robert Calvert, è responsabile del secondo album dei CATAPILLA, molto più raro nella versione originale rispetto al disco precedente. Contemporaneamente si tratta della loro opera più suggestiva e rifinita. La voce della Meek lascia maggior spazio alle parti strumentali e funge quasi da sparti acque tra un jazz misurato sullo stile “colonna sonora funky” e una sperimentazione senza troppi fronzoli. I due brani lunghi “Reflections” e “Thank Christ For George” contengono il maggior numero di improvvisazioni: su una base ritmica accelerano e rallentano svariati interventi ai fiati, assoli di chitarra, giri di basso e tastiere ipnotiche, voci riverberate in saturazione. Sono proprio le parti cantate ad assumere un carattere misterioso ed estremamente deflagrante; sembra quasi che la Meek spinga le sue reali possibilità vocali oltre il dovuto, in questo modo pare che la stessa non abbia le capacità per sostenere il confronto con le parti musicali, questo potrebbe essere voluto, tuttavia la voce assieme al sax vengono abbondantemente riverberati quasi a nascondere un deficit del cantato. La cosa nell’insieme non dispiace poiché i fiati e la voce assumono una spazialità indefinita.
Il pezzo denominato “Charing Cross” è quello che più si avvicina alle sonorità progressive rock di quel periodo; chiude l’album un brano malinconico “It Could Only Happen To Me” che si sviluppa con un fraseggio suggestivo al sax, questo rappresenta un raro momento melodico per la musica dei CATAPILLA. Dopo l’uscita di questo disco il gruppo si eclissa disperdendosi, rimane comunque ad oggi come un’intrigante leggenda del rock sperimentale inglese.









Nessun commento:

Posta un commento