sabato 22 settembre 2012

Ben - Vertigo same 1971



BEN
BEN
Vertigo/Philips 6360 052
1971


Degli inglesi "Ben" non sono mai giunte notizie attendibili, rimangono quindi ad oggi come una delle formazioni più oscure e misteriose. Un unico album omonimo pubblicato per la "Vertigo" nel 1971 è tutto ciò di cui si può parlare; trattasi di un prodotto incentrato sul free-jazz sul modello "Soft Machine" ma personalmente lo preferisco alle molte prove del collettivo di Mike Ratledge e Hugh Hopper.
Quattro lunghi brani strumentali divisi tra i due lati del vinile; le improvvisazioni se le spartiscono il fiatista Peter Davey (sassofono, flauto e clarinetto), il tastierista Alex Macleery, il chitarrista Gerry Reid, il bassista Len Surtees e il percussionista David Shees. I cinque sono responsabili di un sound variegato e solare dal sapore vagamente americano con qualche influenza proveniente dal rock progressivo nell'ottimo brano "Gibbon".
La suite "Influence" è divisa in sette capitoli con svolgimento aleatorio dove si alternano memorabili tappeti di basso guida, chitarre d'accompagnamento e i fiati di Davey, quasi sempre in primo piano. Il pezzo si sviluppa in un'unica esecuzione liquida con densi assoli di chitarra elettrica ed incorpora una stupenda virata fusion che vede Macleery impegnato al suo harpsichord con sforzi esecutivi degni di un maestro della tastiera jazz; ed é a questo punto che il tutto diventa ballabile e godibile in un susseguirsi di figure alterne che si sovrappongono e si sfaldano in virate tecniche e tempi dispari.
"Christmas Execution" è un brano con cadenza pressoché immutata e figure melodiche che vengono ripetute dai vari strumentisti assieme o in solitudine, anche qui lo svolgimento si fa complesso e improvvisato senza perdere però di vista il tema principale che si evolve quindi per poi tornare all'andazzo iniziale.
"Gismo" è la suite che chiude il disco; altri undici minuti di tecnica strumentale altamente specializzata; un jazz-rock elettrico con cadenza atonale all'interno del quale tutti gli strumenti trovano la loro dimensione espressiva.

Nessun commento:

Posta un commento