ARZACHEL
ARZACHEL
Evolution/CBS
1969
Dietro ai curiosi nomi degli ARZACHEL, si nascondono il chitarrista Steve Hillage (Sasparella), il bassista Mont
Campbell (Gategaka), il
batterista Clive Brooks (Bowling) e il tastierista Dave Stewart (Lee-Uff); gli ultimi tre saranno assieme anche negli EGG a partire dal 1970.
Non si conosce il motivo preciso per il
quale sono stati utilizzati dei nomi di fantasia, forse per motivi discografici
visto che all’ uscita dell’ album omonimo degli ARZACHEL corrispose la formazione degli EGG appunto che firmarono un contratto con la DERAM proprio nel 1969. Originariamente i quattro, che si
chiamavano Uriel, registrarono questi
sei brani nel 1968.
All’uscita dell’album la band passò del
tutto inosservata; nel corso degli anni è stata rivalutata ed ora questo disco
è considerato da molti critici come una pietra miliare della tarda psichedelica
inglese. A parte qualche elemento classicheggiante sparso qua e la si tratta
per la maggiore di rock psichedelico molto acido e sperimentale; i primi
quattro brani sono i più ascoltabili, per il resto tanta musica pericolosamente
tagliente. Si vedano ad esempio gli innesti pirotecnici di chitarra distorta ed
organo rotante in “Azathoth” e in “Leg” .
“Garden
Of Earthly Delights” ricorda la psichedelica commerciale americana (Iron Butterfly ad esempio), “Azathoth” è invece una bellissima
liberazione spirituale dall’ incedere cosmico, con l’ organo elettrico in primo
piano, “Leg” e “Queen St. Gang” riprendono i più classici dettami del rock acido
californiano mescolandoli liberamente alle suggestioni della psichedelica
inglese.
Gli ultimi due brani sono lunghe jam
session, soprattutto “ Metempsychosis”
che risulta interamente improvvisata. Questa inizia con deflagranti rumori
elettronici e continua con ogni sorta di riflusso chitarristico ed eco
spaziale. Per molti versi questa suite di cacofonia elettrica anticipa di
almeno due anni le innovazioni stilistiche portate dalla psichedelica cosmica
tedesca (Cosmic Jokers docet).
ARZACHEL risulta a tutti gli effetti un
capolavoro nel suo genere
ed un’opera immancabile per un appassionato di stranezze rock.
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