lunedì 24 settembre 2012

John Cage - Cheap Imitation



CHEAP IMITATION
Center for Contemporary Music, Mills College, 7 mar. 1976
D.Behrman (Producer); “Blue” Gene Tiranny (sound engineer)
Cheap Imitation I, II e III (versione per pianoforte)
John Cage (esecutore)
1977 – Cramps Records LP code: CRSLP-6117
1989 – Cramps/Artis CD code: CRSCD 117


John Cage scrisse l’Opera Cheap Imitation (povera imitazione) tra il 1969 ed il 1972 poiché le versioni furono tante, addirittura tre per orchestra.
Visto poi che il direttore non era necessario, anzi risultava come intruso, venne riscritta per orchestra senza direttore.
Esistono versioni per 24, 59, 95 esecutori; nel caso dell’album in questione è però eseguita per pianoforte unico, suonato dallo stesso Cage; la registrazione uscì nella serie Nova Musicha n.17 della Cramps Records italiana.
Tutto ebbe inizio alla fine degli anni ’40 quando Merce Cunningham realizzò una coreografia per balletto basandosi sul Primo Movimento del Socrate di Satie; l’arrangiamento venne affidato a John Cage per pianoforte classico, ad un certo punto mentre la compagnia girava il “paese” con lo spettacolo, John assoldò un secondo pianista e ri-arrangiò il Primo Movimento.
Nel frattempo, mano a mano che la compagnia di ballo completava la corografia con i restanti due Movimenti, John Cage (da sempre interessato ai lavori di Satie) concluse l’arrangiamento completo del Socrate. Siccome però lo stesso Cage si trovava impegnato in altri lavori dovette farsi aiutare per l’arrangiamento totale delle tre parti.
L’arrangiamento finale è quindi opera di Cage e di Arthur Maddox, uno studioso dell’Università dell’Illinois. A lavoro compiuto venne inviata una richiesta da parte dei due ai detentori dei diritti musicali (proprietari legali) del Socrate che però rifiutarono di concedere i diritti per l’arrangiamento del pezzo di Cage e Maddox.
Tuttavia in quegli anni venne ugualmente eseguita la versione per due pianoforti durante un concerto a Davis in California, essendo l’ingresso gratuito non venne infranto il Copyright (non concesso); l’esecuzione fu molto apprezzata dal pubblico e dalla critica, tuttavia i detentori dei diritti musicali di Satie rifiutarono nuovamente la concessione del Copyright.
Mancava soltanto un mese alla prima rappresentazione dell’opera coreografica di Cunningham ed il pezzo non poteva essere eseguito; a questo punto in un mese Cage lavorò ad una imitazione del Socrate stravolgendolo completamente (ma non del tutto per alcuni versi, puramente tecnici di composizione, geniale per certi versi).
Il brano originale è cromaticamente modale, le successioni possiedono spesso in termini modali la relazione di “seconda minore”; Cage procedette utilizzando l’I-Ching (il libro delle mutazioni) richiedendo secondo le regole del caso, attraverso questo mezzo: “” quale dei sette modi, se assumiamo come modi le sette scale che partono dai tasti bianchi e che solo su questi procedono devo usare? “”
E poi ancora: “” quali delle dodici possibili trasposizioni cromatiche devo usare? “”
… e … “” per la frase sulla quale viene ad applicarsi questa trasposizione del modo, quale nota devo usare tra le sette possibili per imitare quella che ha scritto Satie? “”
Alla nota successiva dell’originale, sempre attraverso il caso anche Cage ripeteva una nota mantenendo il ritmo.
Il risultato non è certamente l’arrangiamento per due pianoforti del Socrate ma per il balletto Second Hand di Cunningham calcava a pennello; Cage decise di chiamare il pezzo “inspirato” al Socrate, “Cheap Imitation” (imitazione povera, a buon mercato).
Nel 1969 si avviò il lavoro di riscrittura per il deposito legale di Cheap Imitation, per l’occasione Cage scrisse anche le versioni per orchestra, spesso rifiutate dagli stessi esecutori poiché ritenute troppo difficili in quanto l’attenzione deve essere mantenuta costantemente come se si trattasse di un pezzo difficilissimo.
Cheap Imitation, l’insieme delle note casuale sorte partendo dal Socrate e che il caso volle comporre per mano di Cage, potrebbero sembrare di facile esecuzione, in realtà è un pezzo molto difficile da suonare, richiede una mente estremamente concentrata su ciò che in musica al piano non è convenzionale, analoga cosa la si potrebbe dire anche per il Socrate di Satie.





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